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Il recupero dell’acqua piovana: una scelta ecologica

Il recupero dell’acqua piovana: una scelta ecologica

In Italia il fabbisogno pro capite giornaliero di acqua è stimato in circa 150 – 200 litri. Quest’acqua, nella maggior parte dei casi, è acqua potabile fornita dal servizio di distribuzione. Pochi sanno invece che per l’utilizzo che se ne fa, per almeno la metà della quantita sopra espressa, si potrebbe tranquillamente utilizzare l’acqua piovana, senza andare incontro a rischi per la salute. Infatti l’acqua piovana, depurata con un adeguato sistema di recupero può essere utilizzata per innaffiare il giardino, pulire l’auto, per lo scarico del wc, per la lavatrice, condizionatori e pompe di calore, ma anche per lavare gli animali domestici.

In caso di progettazioni di nuove abitazioni o di ristrutturazioni, le scelte archittettoniche potrebbero essere orientate al recupero di quest’acqua, predisponendo un sistema di riutilizzo tale che le acque provenienti dal tetto o da viali interni non si disperdano nella rete fognaria nelle acque bianche, ma confluiscano in un serbatoio per la raccolta. Questo sistema, detto captazione, permette di far confluire nel serbatoio la maggiore quantità di acque possibile, attingendo, oltre che dal tetto, da balconi, terrazzi, piazzali, da tutte quelle superfici dove non sussistono agenti inquinanti. Durante la fase di progettazione si deciderà dimensione, materiale e forma del serbatoio di contenimento, anche in base al fatto se questo risulterà interrato o elevato sopra il piano di campagna. Per le sue dimensioni occorreranno dei calcoli specifici effettuati da tecnici, che provvederanno comunque a prevedere un troppo pieno per far confluire le acque in eccesso nella rete fognaria una volta che la cisterna sarà colma. L’acqua destinata al deposito verrà raccolta attraverso gronde e canali, depurata, filtrata, e successivamente, attraverso un pompaggio, reimmessa nella condotta idrica accuratamente progettata.

Bisognerrà eseguire una manutenzione costante delle gronde e dei canali in quanto sono spesso soggetti ad ostruzioni, magari causati dal fogliame, che vanno ad inificiare parte del nostro investimento di recupero. La condotta dovrà prevedere dei rubinetti sia in giardino, o comunque all’esterno, sia all’interno dell’abitazione in modo da poter essere utilizzata in ogni occasione dove non sia necessaria l’acqua potabile. Il sistema sarà fatto in modo tale che nel caso in cui il serbatoio si svuoti, non potendo più garantire l’afflusso minimo d’acqua, questa verrà prelevata direttamente della condotta dell’acquedotto cittadino.

L’acqua che verrà messa in circolo nell’impianto, a seguito della depurazione, ha caratteristiche simili all’acqua distillata e questo non può che giovare a tutti gli elettrodomestici casalinghi, in quanto, non potendosi formare il calcare, esempio la lavatrice si guasterà con meno frequenza e consumerà meno energia elettrica. Inoltre la durezza dell’acqua sarà inferiore alla media, permettendo di utilizzare una quantità inferiore di detersivo. Lo spirito del riutilizzo dell’acqua piovana, non può essere esclusivamente economico in quanto, a conti fatti a meno che non stiamo prendendo in considerazione un residence o una famiglia numerosa, i costi per la realizzazione hanno un periodo di ammortizzazione non molto breve. E’ da considerare più che altro come una scelta ecologica, nel cercare di risparmiare un bene prezioso che non è infinito, soprattutto se riflettiamo sul fatto che comunque ancora oggi, nel sud Italia, non sono insolite le razionalizzazioni di acqua nel periodo estivo.

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