Trattamenti primari

Nei TRATTAMENTI PRIMARI sono predominanti le forze fisiche. Essi hanno lo scopo di pre-trattare il refluo e di rimuovere gli elementi grossolani che potrebbero pregiudicare il funzionamento dei macchinari presenti nelle fasi successive dell’impianto. In questi trattamenti avviene una prima sgrossatura dei liquami, infatti viene rimossa una porzione di carico organico e solidi sospesi. Proprio per questo motivo raramente vengono utilizzati da soli ma sempre a monte di trattamenti secondari.

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Vasche Imhoff

Le vasche settiche tipo Imhoff sono delle unità di trattamento primario di tipo anaerobico, costituite da una vasca inferiore detta digestore ed una superiore detta sedimentatore. L’affluente entra nel comparto di sedimentazione che ha lo scopo di trattenere i corpi solidi e il materiale flottante; da qui si immette nel comparto inferiore di digestione, attraverso l’apertura presente sul fondo del sedimentatore. Digestore e sedimentatore sono dimensionati in maniera tale che nel primo si abbia una stabilizzazione biologica delle sostanze organiche sedimentate (fermentazione e digestione anaerobica) e che nel secondo si crei quella necessaria zona di calma che
permetta una idonea sedimentazione dei solidi presenti nei reflui. Periodicamente le sostanze mineralizzate, i fanghi e le sostanze flottanti, devono essere prelevate.

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Vasche settiche

Le vasche settiche sono unità di trattamento primario di tipo anaerobico in cui avviene la rimozione di una porzione di materiale organico e di solidi sospesi. Si definiscono vasche settiche in quanto in esse si genera una fermentazione anaerobica che è appunto di tipo “settico”. Le vasche settiche sono idonee solo come accessorie ad un impianto di trattamento secondario, ma possono essere usate singolarmente solo in caso di autorizzazioni specifiche. La Delibera Ministeriale del 4 Febbraio 1977 vieta, infatti, l’installazione delle singole vasche settiche per le nuove installazioni. Le vasche settiche bicamerali e tricamerali effettuano un trattamento primario più spinto, in quanto essendo composte da più comparti consentono una progressiva chiarificazione del refluo.

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Degrassatori

I degrassatori vengono utilizzati per provvedere alla separazione di grassi ed oli (non emulsionati) o sabbie. Negli scarichi civili, specie in quelli di utenze particolari come ristoranti, alberghi, ecc., sono sempre presenti oli e grassi e la rimozione di tali sostanze è necessaria in quanto possono compromettere seriamente il funzionamento dei successivi impianti di depurazione biologici. Il funzionamento dei degrassatori si basa sull’utilizzo di vasche di calma adeguatamente allestite nelle quali si dà modo agli oli e grassi (in generale a tutte le sostanze con peso specifico inferiore a quello dell’acqua) di flottare ed ai materiali sedimentabili di precipitare. I degrassatori sono dimensionati tenendo conto di una sezione utile ai fini della flottazione non inferiore ai 0,25 m2 per ogni litro al secondo di portata entrante secondo
quanto riportato dalle norme DIN 4040.

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Trattamenti secondari

TRATTAMENTI SECONDARI sono quelli deputati alla rimozione delle sostanze organiche biodegradabili.
In genere si basano su processi biologici e sono i trattamenti maggiormente responsabili della depurazione dei reflui.

Fanghi attivi

Fanghi attivi

Gli impianti a fanghi attivi sono sistemi di depurazione di tipo biologico a biomassa sospesa ad areazione prolungata. Si definiscono impianti “biologici” in quanto la degradazione della sostanza organica e di parte dei solidi sospesi avviene mediante l’azione di batteri che, cibandosi delle sostanze inquinanti, depurano il refluo. L’areazione artificiale del refluo garantisce la proliferazione di tali batteri che associandosi in colonie formano i “fiocchi di fango” tipici della biomassa sospesa. Gli impianti a fanghi attivi sono composti da due comparti: quello di ossidazione e quello di sedimentazione. Nel primo il liquame è sottoposto ad un trattamento di areazione artificiale ed in un ambiente così ricco di ossigeno si innescano processi fisici, chimici e biologici che degradano il caricoinquinante. Le alte concentrazioni microbiche presenti nel vano di ossidazione sono garantite dal continuo ricircolo dei fanghi attivi raccolti nel successivo vano di sedimentazione. In esso avviene la separazione e precipitazione dei fanghi che vengono poi ricircolati nel vano di ossidazione. Il refluo chiarificato e depurato viene inviato alla successiva fase del trattamento eventualmente prevista. Solo i fanghi prodotti in eccesso rispetto alle necessità del processo depurativo (fanghi di supero) devono essere periodicamente allontanati dall’impianto.

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Percolatori telcom

Filtri percolatori

I filtri percolatori sono sistemi di trattamento secondario di tipo biologico a biomassa adesa. All’interno di tali impianti vengono sistemati dei particolari corpi di riempimento ad elevata superficie specifica sui quali si sviluppano le colonie batteriche responsabili della depurazione del refluo. I filtri percolatori ECO FAN sono anaerobici in quanto la tipologia di batteri che vi si sviluppa vive in assenza di ossigeno. Una corretta installazione di un impianto con filtro percolatore prevede sempre un’unità di trattamento primario a monte. A richiesta sono disponibili filtri percolatori aerobici (Mod. ECO FAE) con uscita bassa. Nel caso di tali impianti è necessaria l’installazione di una seconda vasca di chiarificazione (di dimensioni minori della prima) anche a valle per lo spoglio del biofilm.

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Fitodepurazione Telcom

Fitodepurazione

La fitodepurazione è un sistema naturale di depurazione che consente di affinare i reflui pretrattati innescando processi sia aerobici che anaerobici, tipici degli ambienti acquatici e delle zone umide. L’effetto depurativo avviene grazie all’azione continua di digestione e assimilazione delle sostanze contenute nei reflui attraverso gli apparati radicali di arbusti, erbe e fiori, costantemente lambiti negli appositi vassoi dalle acque chiarificate. Gli impianti di fitodepurazione TELCOM sono sistemi a flusso sommerso orizzontale e sono costituiti da vassoi che contengono materiale inerte (comunemente sono utilizzati ghiaia e pietrisco) su cui si sviluppano le radici delle piante emergenti. Il livello del refluo all’interno dei vassoi è tenuto costante grazie all’installazione di un pozzetto di livello a valle dei vassoi ed il flusso scorre in senso orizzontale. E’ sempre necessario prevedere a monte dei vassoi di fitodepurazione un trattamento primario del refluo. Si consiglia generalmente nel caso di scarichi separati un degrassatore per le acque grigie ed una vasca Imhoff per le acque nere, mentre in caso di scarichi congiunti è preferibile una vasca
tricamerale.

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