Trattamento acque meteoriche di dilavamento

Per acque meteoriche di dilavamento generalmente si intende identificare la parte delle acque provenienti da una precipitazione atmosferica che, non assorbita o evaporata, dilava le superfici scolanti. Queste, e soprattutto quelle cosiddette “di prima pioggia”, sono spesso cariche di inquinanti. Per questo motivo, le Regioni  hanno regolamentato il trattamento di queste acque, laddove esse provengano da aree industriali o dove si svolgono attività inquinanti (incluse autofficine, produzione di pneumatici, carrozzerie..). E’ diventato obbligatorio, dunque, dotarsi di adeguati sistemi di trattamento.

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Dissabbiatori

I dissabbiatori vengono utilizzati per provvedere alla separazione di sabbie e materiali sedimentabili dalle acque meteoriche di dilavamento. Il funzionamento dei dissabbiatori si basa sull’utilizzo di vasche di calma adeguatamente allestite nelle quali si dà modo ai materiali sedimentabili di precipitare. I dissabbiatori sono dimensionati tenendo conto di una dimensione dei materiali inerti maggiore di 0,2 mm e di un tempo di detenzione di almeno 4 minuti.

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Deoliatori

I deoliatori TELCOM, costruiti in polietilene, materiale completamente riciclabile, sono da utilizzare quando è necessario provvedere alla separazione di oli di origine minerale (non emulsionati), non solubili in acqua, presenti in acque provenienti dal dilavamento di piazzali, prima del recapito in pubblica fognatura o nel corpo ricettore indicato dall’Autorità Competente. Tali prodotti rappresentano, in ogni caso, la fase preliminare di sgrossatura di impianti più complessi. Il loro principio di funzionamento si basa sull’utilizzo di vasche di calma dotate di un comparto interno, nel quale si da modo agli oli di flottare secondo i meccanismi fisici di separazione gravimetrica liquido-liquido; le sostanze separate rimangono intrappolate nel comparto interno, mentre i reflui depurati passano nel bacino principale attraverso l’apposita apertura sul fondo del comparto interno, e si avviano all’uscita.

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Impianti di prima pioggia

Gli impianti di prima pioggia sono idonei nei casi in cui la normativa regionale vigente prevede la separazione e l’accumulo delle “acque di prima pioggia”, ovvero quelle corrispondenti ai primi minuti di precipitazioni (dunque più cariche di inquinanti) provenienti dal dilavamento di piazzali o superfici impermeabili. Telcom, produce impianti completi costituiti dai seguenti elementi:

Pozzetto scolmatore: in cui avviene la separazione delle acque di prima pioggia inviate alla vasca di accumulo da quelle successive che vengono inviate al corpo recettore tramite la tubazione di by-pass.
Vasca di accumulo: in cui vengono raccolte le acque di prima pioggia che verranno trattate dopo 48 ore dalla fine dell’ultimo evento meteorico. Per il dimensionamento della vasca di prima pioggia, sono stati considerati i primi 5 mm di pioggia che cadono sulla superficie impermeabile scolante equivalente.
(Il tempo dopo il quale le acque di prima pioggia devono essere smaltite varia a seconda delle normative Regionali, per cui può essere
regolato da apposito timer)
Disoleatore: nel quale avviene la separazione degli oli non emulsionati.

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Impianti in continuo monoblocco

Telcom S.p.A. prevede un processo di dissabbiatura e disoleazione come “trattamento in continuo” delle acque meteoriche “per le superfici scolanti destinate al solo
transito, parcheggio o sosta di mezzi, nonché alla movimentazione ed il deposito di materiali non pericolosi”.
Il funzionamento dei dissabbiatori-disoleatori Telcom si basa su processi fisici fondati sulla riduzione di velocità del refluo. Garantendo una zona di calma, infatti, le sostanze presenti, caratterizzate da un peso specifico diverso da quello dell’acqua, sotto l’azione della forza di gravità, risalgono per galleggiamento o sedimentano sul fondo. Tale processo è favorito dalla compartimentazione dei manufatti, infatti, nei primi avviene l’accumulo degli oli e delle sostanze sedimentabili mentre nei comparti successivi si ha una progressiva e sempre maggiore chiarificazione del refluo.

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